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Fondo Cocchi

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Fondo Cocchi, Effemeridi, 3 marzo 1723, c. XXXI verso

Il fondo Cocchi è uno dei principali fondi archivistici conservati presso la Biblioteca Biomedica dell'Università degli studi di Firenze.

Comprende circa 150 volumi più un centinaio di carte, documenti e appunti sciolti che facevano parte della ricca collezione privata di Antonio Cocchi (1695-1758), personalità poliedrica, medico, naturalista, antiquario, bibliofilo, intellettuale e viaggiatore.

La sezione più interessante del fondo Cocchi è costituita dai 103 quaderni di Effemeridi, diario privato che il Cocchi redasse con dovizia di particolari dal 1722 al 1757, in diverse lingue antiche e moderne, annotando le più svariate informazioni: dalla gestione delle spese personali ai malati curati; dalle condizioni meteorologiche alle persone incontrate, i luoghi visitati e le opere d’arte ammirate.

Fanno parte del fondo anche cinque volumi a stampa di opere del Cocchi. I libri sono appartenuti con ogni probabilità alla sua biblioteca privata e alcuni di questi sono postillati dallo stesso autore.

La collezione digitalizzata riunisce virtualmente al fondo della Biblioteca Biomedica due manoscritti posseduti dalla sede di Botanica della Biblioteca di ScienzeIndex plantarum herbarii A. Cocchii secundum classes iuxta Tournef. methodum... frutto dell’attività di esplorazione e raccolta di piante effettuata dal Cocchi, accompagnato anche dall’amico Pier Antonio Micheli con il quale condivise l’esperienza della Società Botanica Fiorentina, e lasciato in eredità dal figlio al Museo di fisica e storia naturale.

 

Antonio Cocchi

(1695-1758) Nato a Benevento, visse gran parte della propria vita a Borgo San Lorenzo (FI), località di origine della famiglia, e per questo si firmò “mugellano”. Laureatosi in Medicina a Pisa nel 1716, dal 1723 al 1726 intraprese un lungo viaggio in Europa toccando diversi paesi, venendo in contatto con le maggiori personalità scientifiche (Newton, Sherard, Pierre Coste) e ampliando notevolmente la sua formazione ben oltre il settore medico. Fu valente naturalista, membro dell'Accademia della Crusca e uno dei primi adepti della Massoneria, alla quale fu iniziato, come scrisse nel suo diario manoscritto Effemeridi, il 4 agosto 1732, in una Loggia fiorentina che teneva le sue riunioni nel palazzo di famiglia.

La sua eclettica formazione e  l’autorevolezza raggiunta soprattutto in ambito accademico lo portarono a occuparsi di importanti biblioteche fiorentine, la Biblioteca Magliabechiana e la Biblioteca dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, sede della celebre omonima Scuola Medica e nucleo fondante dell’attuale Biblioteca Biomedica, alla quale gli eredi donarono in più riprese parte dei suoi manoscritti e alcuni volumi della ricchissima biblioteca personale che, alla sua morte, contava circa 16.000 volumi.

 

Ultimo aggiornamento

14.04.2023

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