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Il Collegio Medico di Firenze, sin dal XIII secolo e fino al XIX, assegnava la licenza necessaria ad esercitare ufficialmente le professioni di medico e di chirurgo in Toscana, in esclusiva dal 1560 fino al 1800 e poi dal 1814 ai primi anni successivi all’unità d’Italia.
Nato in seno all’Arte dei Medici e degli Speziali e antesignano per certi aspetti dell’attuale Ordine dei Medici, il Collegio Medico ebbe molte funzioni didattiche e corporative, che mutarono nei secoli, come mutò il suo rapporto – a tratti conflittuale, anche per motivi economici - col potere politico e con le istituzioni ospedaliere e universitarie toscane.
Negli atti del Collegio sono riportati i nomi e le pratiche relative ai medici, i chirurghi, i farmacisti e le levatrici che si sottoposero agli esami necessari ad ottenere la cosiddetta “matricola”, ovvero l’autorizzazione all’esercizio delle loro attività.
La collezione comprende sia i verbali di assegnazione di tali licenze a partire dal 1560 fino al 1867 (nelle 13 filze di Registri del nucleo antico e nelle 13 filze del Giornaletto), sia i documenti di supporto a ciascuna pratica nelle 13 filze di Affari che vanno dal 1814 al 1862. Si tratta di un tesoro di informazioni assai preziose, di una sorta di scrigno sinora quasi sconosciuto, che, disvelato, può riservare grandi soddisfazioni all’intera società civile: basti pensare che recentemente in una filza di fine Settecento si è reperito il nome di quella che ad oggi risulta la prima chirurga matricolata in Toscana (notizia apparsa con una certa risonanza anche sui quotidiani locali, oltre che sulle riviste specializzate) e che gli studiosi vi attingono spesso informazioni utilissime alla ricostruzione della storia della medicina e della Toscana.
Ultimo aggiornamento
29.04.2022