La Biblioteca conserva diversi fondi ricevuti nel tempo da vari enti o personalità legate alla vita della Università e dell'Ospedale di Careggi.
Il fondo, costituito da 4 pacchi, è in attesa di riordino. Contiene carte riguardanti la gestione e l'ordinamento della Biblioteca dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova, scritti di vario argomento, carteggi, studi sulla ginnastica.
Ottavio Andreucci, avvocato ed ex impiegato statale, fu assistente bibliotecario dal 1874 al 1887, anno della sua morte, presso la Biblioteca dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova a Firenze. Si dedicò con grande impegno al riordinamento della Biblioteca, anche se non sempre ricevette riconoscimenti adeguati. Dimostrò il suo interesse per le biblioteche anche in due pubblicazioni degli anni Settanta dell’Ottocento: Della biblioteca e pinacoteca dell'Arcispedale di S. Maria Nuova e delle ricordanze dei suoi benefattori. Considerazioni storico-critiche e Delle biblioteche più specialmente italiane e del loro ordinamento. In un'altra opera pubblicata precedentemente, dal titolo Della carità ospedaliera in Toscana, l'Andreucci si era invece occupato di sanità pubblica.
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Per la consultazione contattare la Biblioteca all’indirizzo bibmedicina(AT)sba.unifi.it specificando il motivo e l'ambito della ricerca.
Bibliografia
L. Vannucci, Il “Ragionamento" di Ottavio Andreucci e la Biblioteca dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova in Firenze, “Il Bibliotecario”, 1986, v. 1, pp. 221-235.
Il fondo, riordinato nel 2013, è costituito da 6 faldoni. Comprende carte sciolte di vario formato e quaderni rilegati, corrispondenza varia di Giuseppe Bertini, fra cui 5 lettere di G. G. Escudier e G. Webb (1820-1838), 1 lettera del Rettore dell'Accademia di Pisa, Prof. Sproni (1812), appunti di storia (in particolare della Toscana del secolo XVIII), studi di medicina, chirurgia, storia della medicina, scienze, filosofia, letteratura e fisica (cc. 1000 circa); contiene inoltre un repertorio di notizie miscellanee in schede disposte parzialmente in ordine alfabetico (notizie tratte dai giornali della prima metà dell'Ottocento, come la "Gazzetta di Firenze", e da libri antichi, cc. 500 circa), appunti di genealogie bibliche, relazioni su casi medici esaminati (cc. 500 circa), indice dei libri posseduti da Giuseppe Bertini divisi per materia, sonetti di vari autori.
Le carte sono state inventariate nel 2014 da Maria Caterina Sechi, laureanda della prof.ssa Annantonia Martorano in Scienze Archivistiche e Biblioteconomiche dell'Università di Firenze; l’inventario è consultabile all’indirizzo http://www.soprintendenzaarchivisticatoscana.beniculturali.it/index.php?id=160&L=0
Giuseppe Bertini nacque a Firenze il 15 settembre 1772. Laureatosi a Pisa nel 1794, fu assunto come "Maestro di Turno" all'Arcispedale di S. Maria Nuova a Firenze. Nel 1804, quando scoppiò l'epidemia di febbre gialla a Livorno, fu inviato là dal Consiglio di Reggenza con la qualifica di Medico di Sanità. Come riconoscimento per il lavoro svolto, gli venne affidata la cattedra di Storia filosofica della Medicina, che tenne fino al 1810. Nel 1812 ebbe l'incarico di Medico del Deposito di mendicità del Dipartimento dell'Arno, con funzione anche di polizia medica. Fece parte di diverse società scientifiche e nel gennaio del 1812 fu uno dei fondatori dell'Accademia Filoiatrica Fiorentina. Molto attivo nella professione medica, assunse l'incarico di Medico dei poveri vecchi della Pia Casa del Lavoro ed istituì un fondo di previdenza per le famiglie dei medici caduti in disgrazia. Morì a Firenze il 19 novembre 1845.
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Bibliografia
B. Biagioli, E. Capannelli, Scheda SIUSA in: https://tinyurl.com/yc3njt2r
E. Guarnieri, M.A. Mannelli, La cultura medica ed i suoi esponenti nella Firenze del primo Ottocento, Milano, Episteme, 1968, pp. 60-61.
M. C. Sechi, L’archivio del medico Giuseppe Bertini. Riordinamento e inventario (1801-1844). Tesi di laurea presso l’Università degli studi di Firenze, 2014. Per accertare la consultabilità rivolgersi alla Biblioteca Umanistica/Lettere.
Università degli studi di Firenze, Inventario delle carte Betti e Chiarugi conservate nella Biblioteca Biomedica della Facoltà di Medicina di Careggi, a cura di Beatrice Biagioli, 2006, in: http://www.soprintendenzaarchivisticatoscana.beniculturali.it/fileadmin/risorse/inventari/BettiChiarugi.pdf
Il fondo, riordinato e inventariato nel 2006, è costituito da 2 registri e 3 buste. Comprende prevalentemente lettere dirette al Betti da più corrispondenti, fra cui si segnalano Antonio Michelacci, Ubaldino Peruzzi, Ferdinando Zannetti e Zanobi Pecchioli; appunti relativi a visite effettuate in diversi musei anatomici e patologici italiani e tedeschi, appunti di medicina e patologia chirurgica, minute e appunti relativi alla riforma ed al riordinamento degli studi nella Scuola di Completamento e Perfezionamento medico chirurgico in Santa Maria Nuova, storie medico-chirurgiche compilate da diversi medici, suoi collaboratori e allievi. Pietro Betti, con testamento olografo del 1854, donò la sua biblioteca all'Arcispedale di S. Maria Nuova, mentre lasciò le carte manoscritte a Ferdinando Zannetti. È probabile che queste siano arrivate all'Arcispedale nel 1881 insieme al lascito degli eredi Zannetti.
Pietro Betti nacque a Mangona, piccolo villaggio nel Mugello, il 28 ottobre 1784, da Giuseppe e Apollonia Corsini. Dopo gli studi in Lettere passò nel seminario arcivescovile di Firenze per dedicarsi alle scienze matematiche. A Pisa studiò medicina e chirurgia. Dopo la laurea, fu in contatto di lavoro con altri uomini di scienza del Granducato e principalmente con Andrea Vaccà e Vincenzo Chiarugi. Nel 1813 fu nominato chirurgo soprannumerario dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova, nel 1815 chirurgo del brefotrofio degli Innocenti, nel 1819 chirurgo della R. Ruota criminale di Firenze. Nel 1824 gli fu affidato l'insegnamento delle Istituzioni chirurgiche dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova. Betti diede un notevole impulso allo studio dell'anatomia patologica e si adoperò anche per la costituzione di un museo dedicato a questa disciplina. Nel 1828 ottenne la cattedra di Anatomia comparata e successivamente la direzione sanitaria del porto di Livorno. La difesa della salute pubblica rappresentò da quel momento lo scopo principale della sua attività di medico e di innovatore. Molto si adoperò per riordinare la Scuola medica fiorentina e collaborò alla nascita della Scuola medico-chirurgica di complemento e perfezionamento di S. Maria Nuova. Gli fu affidata la direzione della Sovraintendenza di sanità medica interna, incaricata della vigilanza e del coordinamento degli ospedali pubblici e privati e di tutti gli altri stabilimenti sanitari della Toscana; si occupò quindi del riordinamento degli ospedali toscani. Betti fu molto stimato anche in Francia, per i suoi numerosi interventi alla conferenza di Parigi, ove fu inviato dal Governo nel 1851-52, organizzata allo scopo di coordinare, per la prima volta, i mezzi per una comune difesa contro le più gravi malattie contagiose, in particolare il colera. Morì a Firenze l'11 aprile 1863.
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B. Biagioli, E Capannelli, Scheda SIUSA in: http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=9889
L.F. Signorini, Pietro Betti, innovatore in sanità pubblica, e il colera in Toscana alla metà del XIX secolo, in Pietro Cipriani e la medicina del suo tempo, a cura di M. Aliverti, Firenze, Polistampa, 2004, pp. 131-159.
Medicina, chirurgia e sanità in Toscana tra '700 e '800. Gli archivi inediti di Pietro Betti, Carlo Burci e Vincenzo Chiarugi, a cura di Donatella Lippi; inventario di Beatrice Biagioli, Firenze, Firenze University Press, 2008, pp. 11-21.
Il fondo, da riordinare, contiene il carteggio generale della Biblioteca Medica del Regio Istituto di Studi Superiori relativo agli anni 1894 - 1936. Sulle costole dei 3 faldoni che contengono le carte è scritto "Biblioteca Medica - Affari spediti".
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Università degli studi di Firenze, Inventario delle carte Betti e Chiarugi conservate nella Biblioteca Biomedica della Facoltà di Medicina di Careggi, a cura di Beatrice Biagioli, 2006, in: http://www.soprintendenzaarchivisticatoscana.beniculturali.it/fileadmin/risorse/inventari/BettiChiarugi.pdf
Il fondo, riordinato e inventariato nel 2005, è costituito da 28 unità fra buste e registri. Comprende prevalentemente manoscritti e appunti relativi all'attività svolta da Carlo Burci come chirurgo e docente a Firenze e Pisa, e anche carte afferenti al progetto di stesura di un nuovo codice sanitario del Regno d'Italia; vi sono inoltre frammenti della sua traduzione dell'opera di Antonio Benivieni sulle cause e i relativi rimedi di alcune malattie. La corrispondenza, per lo più frammista all'altra documentazione, non è presente in quantità rilevante. Il fascicolo 6 della busta 9 (V.N. Cartella IX: R. 208.9) contiene un documento datato 10 luglio 1437. Nel fondo si trovano perizie medico legali, notizie sul colera a Pisa del 1854, lezioni sulla cistotomia, studi di anatomia patologica, elogi biografici di vari medici, letture per l’Accademia dei Georgofili, scritti di chirurgia, un manoscritto del trattato sulle ernie, carteggi e scritti di argomento medico, fisico e filosofico e, infine, un registro dei malati e delle malate ammesse nella Clinica chirurgica dell’Università di Pisa (1850-1851; 1862-1863).
Carlo Burci nacque a Firenze il 4 settembre 1813. Studiò medicina presso l'Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento di Firenze dove ebbe come maestro Ferdinando Zannetti. Nel 1836, ottenuta la matricola di chirurgo a Bologna, fu chiamato da Pietro Betti, sovrintendente dell’Ospedale di S. Maria Nuova, come ripetitore delle Operazioni chirurgiche. Nel 1840 divenne supplente nella cattedra di Anatomia patologica; l'anno seguente fu nominato professore ed entrò a far parte del Collegio medico fiorentino. Nel 1846 insegnò all'Università di Pisa come professore di Chirurgia operatoria e Clinica chirurgica. Nel 1848 partecipò alla prima guerra d'Indipendenza. Dal 1848 operò come clinico chirurgo alla Scuola fiorentina, ma nel 1868 fu costretto a lasciare l'incarico a causa di una ferita alla mano. Nominato senatore nel 1865, nel 1871 divenne presidente del Consiglio superiore di sanità del Regno e lavorò con passione alla riforma del Codice sanitario. Morì a Firenze il 4 febbraio 1875.
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B. Biagioli, E. Capannelli, Scheda SIUSA in: http://tinyurl.com/y7n4yo9f
Medicina, chirurgia e sanità in Toscana tra '700 e '800. Gli archivi inediti di Pietro Betti, Carlo Burci e Vincenzo Chiarugi, a cura di Donatella Lippi; inventario di Beatrice Biagioli, Firenze, Firenze University Press, 2008, pp. 25-94.
Il fondo, riordinato e inventariato nel 2006, è costituito da 4 buste. Comprende prevalentemente appunti e minute relative a lezioni e trattati di medicina e chirurgia, appunti di storia della medicina e lezioni sulle malattie mentali. Ad oggi non sappiamo come le carte siano giunte all’Ospedale di Santa Maria Nuova, anche se è presumibile che siano state acquisite per donazione e da lì giunte alla loro sede attuale alla fine degli anni trenta del secolo scorso con il resto dei materiali conservati in Santa Maria Nuova. Recentemente sono stati ritrovati nella Biblioteca Biomedica altri documenti manoscritti di Vincenzo Chiarugi, non ancora riordinati.
Vincenzo Chiarugi nacque ad Empoli 1759. Illustre medico e psichiatra, nel 1779 si laureò in Medicina a Pisa. Svolse il tirocinio necessario all'abilitazione presso l’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, dove iniziò poi a lavorare come medico. Notevole fu l'opera che egli svolse nello studio e nella cura dei malati di mente prima presso l'Ospedale di Santa Dorotea e poi presso quello di Bonifazio, ristrutturato con il precipuo scopo di accogliere i folli. Nominato Primo infermiere degli Ospedali di Bonifazio e Santa Maria Nuova, affrontò la malattia mentale con un approccio innovatore e illuminato. Autore del Regolamento dei Regi Spedali, nel 1793 pubblicò Della pazzia in genere e in specie, e nel 1799 il Saggio sulle malattie cutanee. Nel 1805, a Firenze, gli venne assegnato l'insegnamento delle “Malattie cutanee e delle perturbazioni intellettuali”. Nel 1817 ricevette la nomina di Medico delle epidemie e l'anno successivo quella di Sovrintendente alle Infermerie ed agli Studi dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova. Morì a Firenze nel 1820.
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Bibliografia
B. Biagioli, E. Capannelli, Scheda SIUSA in: http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=215&RicProgetto=personalita
G. Cardamone, C. Pellicanò, La biblioteca “Vincenzo Chiarugi” nella storia dell’Ospedale psichiatrico di S. Salvi, Firenze, Rivista sperimentale di feniatria, CXX, 1966, 3, pp.586-598.
Università degli studi di Firenze, Inventario delle carte Betti e Chiarugi conservate nella Biblioteca Biomedica della Facoltà di Medicina di Careggi (a cura di Beatrice Biagioli), 2006, in: http://www.soprintendenzaarchivisticatoscana.beniculturali.it/fileadmin/risorse/inventari/BettiChiarugi.pdf
Medicina, chirurgia e sanità in Toscana tra '700 e '800. Gli archivi inediti di Pietro Betti, Carlo Burci e Vincenzo Chiarugi, a cura di Donatella Lippi; inventario di Beatrice Biagioli, Firenze, Firenze University Press, 2008, pp. 95-103.
S. Melloni, La biblioteca di Vincenzo Chiarugi, in Contributo della Toscana alla storia della psichiatria: gli archivi delle istituzioni manicomiali di Volterra, Firenze, Siena, Atti della giornata di studio… 21 marzo 2018, a cura di Paola Benvenuti e Esther Diana, Firenze, Polistampa, 2018.
L. Vannucci, Contributo alla bibliografia di Vincenzo Chiarugi: Manoscritti e libri a stampa dell’antico medico empolese nella Biblioteca Biomedica dell’Università di Firenze, in Vincenzo Chiarugi medico: la sua vita, i suoi tempi. Atti del Convegno di studi, Empoli, Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, 12 maggio 2018, a cura di Giovanni Cipriani e Mauro Guerrini, [Empoli], Editori dell'acero, c2018, pp. 37-52.
L'inventario delle carte Cocchi è stato redatto nel 1990 da Anna Maria Megale Valenti, ma, data la complessità della raccolta una parte del materiale necessita attualmente di una più approfondita sistemazione. Il fondo comprende circa 150 volumi, più un centinaio di carte, documenti, appunti sciolti. Si tratta di opere a stampa e di autografi di Cocchi, in prevalenza di argomento medico (osservazioni su malati, annotazioni anatomiche e mediche di autopsie, consulti, studi di medicina antica), ma sono presenti anche appunti di scienze naturali, studi di lingue antiche e moderne, minute di lettere. La sezione più interessante del fondo è costituita da 103 quaderni di Effemeridi che altro non sono che il diario privato che Antonio Cocchi redasse con dovizia di particolari dal maggio 1722 al dicembre 1757 e scrisse in diverse lingue antiche e moderne; in esse sono contenuti documenti originali e appunti informali su disparati argomenti. Fanno poi parte del fondo 6 cassette che contengono carte sciolte con appunti di medicina, scienza, matematica, botanica, numismatica, bibliografia, filologia, storia, disegni e corrispondenza; altri appunti relativi alle stesse materie sono raccolti in altri 40 quaderni.
Antonio Cocchi nacque il 3 agosto 1695 a Benevento dove i genitori, Giacinto e Beatrice Bianchi di Baselice, si erano momentaneamente trasferiti per motivi di lavoro. Visse gran parte della vita a Borgo San Lorenzo, località di cui la famiglia era originaria e dove aveva numerosi possedimenti. Studiò a Firenze presso i Padri Scolopi e successivamente si laureò in Medicina e Philosophia presso l'Università di Pisa il 10 maggio 1716. Dopo aver esercitato per alcuni anni la professione medica sull'Isola d'Elba, ebbe modo di compiere un viaggio che, attraverso l'Europa, lo portò in Inghilterra dove venne in contatto con alcuni dei più importanti rappresentanti dell'ambiente scientifico britannico come Isaac Newton. Sempre a Londra Cocchi conobbe e aderì alla Massoneria di cui in seguito favorì la diffusione a Firenze. Tornato in Toscana iniziò la carriera accademica e nel 1742 fu incaricato di redigere una relazione sull'Ospedale di Santa Maria Nuova nella quale mostrò una grande attenzione per le esigenze del malato. Uomo dalla formazione eclettica, conosceva ed utilizzava le principali lingue europee: inglese, francese, spagnolo, tedesco, latino, greco, arabo ed ebraico. Fu appassionato bibliofilo: possedeva una vastissima biblioteca che contava circa 16.000 volumi (purtroppo dispersa alla sua morte dal figlio Raimondo), si occupò del riordino della biblioteca che Antonio Magliabechi aveva lasciato in eredità a Firenze e nel 1738 venne insignito della carica di antiquario per la Galleria fiorentina. Si dedicò anche all'attività di scrittore traducendo trattati classici latini e greci fra cui opere di Senofonte Efesio; pubblicò trattati e saggi su opere di Voltaire e John Milton, curò la prima edizione della Vita di Benvenuto Cellini di cui redasse la prefazione e scrisse delle piccole ma interessanti opere come il trattato Del matrimonio, il Vitto pitagorico e il Discorso sopra la cioccolata. Morì a Firenze il 1 gennaio 1758.
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Bibliografia
E. Insabato, R. Romanelli, Scheda SIUSA in: https://tinyurl.com/y8x2vkca
A. M. Megale Valenti, Le carte di Antonio Cocchi, Firenze/Milano, Giunta Regionale Toscana/Bibliografica, 1990.
M. Fileti Mazza, B. Tomasello, Antonio Cocchi primo antiquario della Galleria Fiorentina, Modena, Panini, 1996.
M. A. Morelli Timpanaro, Per una storia di Andrea Bonducci (Firenze, 1715-1766), Roma, Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, 1996.
M. A. Morelli Timpanaro, A Livorno, nel Settecento. Medici, mercanti, abati, stampatori: Giovanni Gentili (1704-1784) ed il suo ambiente, Livorno, Belforte, 1996.
G. Weber, Aspetti poco noti della storia dell'anatomia patologica tra '600 e '700, Firenze, Olschki, 1997.
Antonio Cocchi, Relazione dello Spedale di Santa Maria Nuova di Firenze, a cura di M. Mannelli Goggioli M., Pasta R., Firenze, Le Lettere, 2000.
L. Guerrini, Antonio Cocchi. Naturalista e filosofo, Firenze, Polistampa, 2002.
L. Vannucci, Volumi a stampa, Effemeridi ed altri manoscritti di Antonio Cocchi nella Biblioteca Biomedica, in Antonio Cocchi mugellano (1695-1758). Scienza, deontologia, cultura, atti del Congresso, Borgo S. Lorenzo, 10-11 ottobre 2008, a cura di D. Lippi A. Conti, Firenze, Centro Stampa del Consiglio Regionale della Toscana, 2008, pp.18-22.
Biagioli, E. Capannelli, Scheda SIUSA in: https://tinyurl.com/yb9257e3
Il fondo, riordinato nel 2009, è costituito da 14 unità archivistiche. Comprende essenzialmente documentazione relativa all'attività svolta da Giovanni Battista Coletti in qualità di funzionario del Dipartimento di sanità di Livorno, erudito, funzionario amministrativo esperto di legislazione e di conservazione delle carte. Carte inerenti il Dipartimento di Sanità di Livorno dal 1820 in poi, regolamenti sanitari, fra cui quello di Marsiglia del 1797 e appunti per la compilazione di una bibliografia sanitaria. Memorie inerenti la peste che nel 1630 e nel 1633 colpì alcuni paesi del pisano. Annotazioni riguardanti misure sanitarie da prendere nelle zone portuali e controlli per evitare contagi. Rapporti di polizia medica, soprattutto del porto di Livorno.
Giovan Battista Coletti nacque a Barga nel 1778 da Matteo Coletti e Teresa Lucignani. Esperto in legge, ricoprì numerosi incarichi pubblici: nel 1804 fu uno dei deputati di Sanità alle Porte di Pisa e successivamente, nella città di Livorno, fu sottosegretario del Dipartimento di Sanità e perito fiscale del Tribunale. Altra sua importante attività fu quella di archivista; si occupò del riordino della biblioteca e dell'archivio della Certosa di Pisa di cui redasse anche il catalogo della biblioteca, fu archivista dei Regi Spedali riuniti di Pisa e dal 1815 al 1819 curò il riordino dell’archivio Roncioni di proprietà di Francesco Roncioni. Morì a Firenze il 4 novembre 1846.
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Bibliografia
Biagioli, E. Capannelli, Scheda SIUSA in: https://tinyurl.com/yb9257e3
Il fondo raccoglie i documenti relativi alle varie attività del Collegio Medico Fiorentino, che sin dal XIII secolo assegnava la licenza necessaria ad esercitare ufficialmente le professioni sanitarie in Toscana. Si tratta di materiale eterogeneo, suddivisibile in tre sezioni: la prima, che con il "Registro del Collegio Medico" (1560-1809) comprende il nucleo antico, è composta da tredici filze relative alle registrazioni per l'abilitazione all'esercizio della medicina da parte dei consoli dell'Arte dei medici e speziali; la seconda raccoglie 120 filze relative agli "Affari del Collegio Medico" (1781-1867); la terza comprende 13 registri intitolati "Giornaletto dei decreti di esami del Collegio Medico" unite a 28 registri alfabetici di indici (1814-1867).
Il Collegio medico di Firenze nato in seno all'Arte dei Medici e degli Speziali, già esistente nel XIII secolo, era l'organo che assegnava, tramite superamento di un esame, la licenza necessaria ad esercitare ufficialmente le professioni sanitarie in Toscana. Questo diritto venne revocato con regio decreto del 22 agosto 1868 e fu attribuito alla sezione di Medicina e Chirurgia del R. Istituto di Studi Superiori di Firenze.
Le carte degli "Affari " relative agli anni 1781-1841 sono state inventariate tra il 2013 e il 2015 dai laureandi della prof.ssa Laura Giambastiani nel corso di laurea magistrale in Scienze Archivistiche e Biblioteconomiche dell'Università di Firenze: Lorenzo Pacca, Rosamaria Coscia, Caterina Franchini, Clarissa Saya, Fabio Salis.
Le filze dei "Registri del Collegio Medico" (1560-1809) e del "Giornaletto dei decreti di esami del Collegio Medico" (1814-1867) sono state digitalizzate e sono consultabili su: https://tinyurl.com/yd6aqo6u
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Bibliografia
P. Vannoni, Progetto di statuto pel Collegio Medico Fiorentino presentato alla sua seduta generale del dì 10 novembre 1848, per la Società tipografica sulle Logge del Grano, Firenze, 1849.
G. Gatti, Il Collegio Medico Fiorentino, antichissima Corporazione, dal 1200 ad oggi. Discorso inaugurale dell'anno accademico 1927-28 della R. Università di Firenze in: R. Università degli studi di Firenze. Annuario per l'anno accademico 1927-1928, stab. già Chiari, succ. C. Mori, Firenze, 1928.
M. A. Mannelli, Il Collegio medico fiorentino ed i "matricolati" presso il Collegio stesso dal 28 agosto 1560 al 30 agosto 1561 (Anno fiorentino) in: Ospedali d'Italia. Chirurgia, 1967, voll. XVII (2), pp. 1-21.
D. Panebianco, Contributo alla storia del Collegio medico fiorentino (secoli XIII-XIX), “Rassegna storica toscana”, 1969, voll. XV (1), pp. 3-13.
D. Lippi - L.Vannucci, Maria Petrocini Ferretti, the first female surgeon in Florence,Italy, “Archives of surgery”, 2011, 146,11, pp.1231-1232.
L. Sandri, Il Collegio medico di Cosimo I in: Umanesimo e Università in Toscana (1300-1600), a cura di Stefano Ugo Baldassarri, Fabrizio Ricciardelli, Enrico Spagnesi, Le Lettere, Firenze, 2012, pp. 183-214.
F. Ciuti, Il Collegio dei fisici e l’Arte dei medici e speziali di Firenze: dalla Repubblica allo Stato mediceo (XIV-XVI secolo), “Archivio storico italiano”, CLXX, 2012, pp.3-28.
R. Coscia, L’Archivio degli “Affari” del Collegio Medico di Firenze. Inventario (1838-1841). Tesi di laurea presso l’Università degli studi di Firenze, 2013. Per accertare la consultabilità rivolgersi alla Biblioteca Umanistica/Lettere.
L. Pacca, L’Archivio degli “Affari” del Collegio Medico di Firenze. Inventario (1781-1802). Tesi di laurea presso l’Università degli studi di Firenze, 2014. Per accertare la consultabilità rivolgersi alla Biblioteca Umanistica/Lettere.
C. Franchini, L'Archivio del Collegio Medico di Firenze (1803-1815). Tesi di laurea presso l’Università degli studi di Firenze, 2015. Per accertare la consultabilità rivolgersi alla Biblioteca Umanistica/Lettere.
F. Salis, L'Archivio degli "Affari" del Collegio Medico di Firenze. Inventario (1827-1833). Tesi di laurea presso l’Università degli studi di Firenze,2016. Tesi on line con accesso riservato agli utenti istituzionali.
C. Saya, L'Archivio degli "Affari" del Collegio Medico di Firenze. Inventario (1818-1826). Tesi di laurea presso l’Università degli studi di Firenze, 2016. Tesi on line con accesso riservato agli utenti istituzionali.
F. Baldanzi, Regolamentazione tra professionisti medici e speziali nella Firenze di fine Cinquecento e inizio Settecento, "Atti e Memorie. Rivista di Storia della Farmacia", XXXV(2), 2018, pp. 163-170.
Il fondo, da riordinare, è costituito da 10 pacchi. Comprende le carte del farmacista Andrea Francesco Cozzi e di suo figlio Antonio. Gli scritti di Andrea sono relativi ad appunti di chimica, minute di lettere, relazioni su esperimenti chimici, studi sull'analisi delle acque, sulla conservazione di carni commestibili, sull'analisi di terre e di minerali. Quelli di Antonio sono appunti intorno alla vita del padre, ricerche sul suicidio e sulla morte apparente, sulla pellagra, la peritonite e altre patologie; studi medici di carattere tossicologico e ricerche su Paracelso; studi preparatorie all'opera "Massime fondamentali di patologia e terapeutica chirurgica sulle ferite di arma da fuoco". Non sappiamo come le carte Cozzi siano giunte alla Biblioteca dello Spedale di Santa Maria Nuova, anche se è assai probabile si tratti di una donazione, così come è accaduto per la maggior parte dei fondi di quella biblioteca.
Andrea Francesco Cozzi (Firenze 1796-1856), chimico e farmacologo, si formò presso lo Spedale di Santa Maria Nuova di Firenze dove fu allievo di Paolo Mascagni e di Ottaviano Targioni Tozzetti. Nel 1816 gli fu conferita la matricola di farmacista. Dal 1826, divenuto titolare di una farmacia, si dedicò a ricerche di chimica applicata e nel 1839 conseguì il diploma di Dottore in Scienze naturali. L'anno seguente, nominato professore di farmacologia a Santa Maria Nuova, iniziò a progettarne il laboratorio di chimica-farmaceutica di cui divenne direttore. Nel 1849 ottenne la cattedra di Chimica generale, e divenne in seguito professore onorario dell'Università di Pisa. Fu membro della Società medico-fisica fiorentina e socio di varie accademie, come quella dei Georgofili, la Valdarnese e la Colombaria.
Consultazione ammessa previa autorizzazione.
Per la consultazione contattare la Biblioteca all’indirizzo bibmedicina(AT)sba.unifi.it specificando il motivo e l'ambito della ricerca.
Bibliografia
B. Biagioli, E. Capannelli, Scheda SIUSA in: http://tinyurl.com/ya954ttt
L. Doveri, Sulla vita scientifica del prof. Andrea Cozzi. Discorso letto dal prof. Leonardo Doveri all'I. e R. Accademia di Arti e Manifatture nella Tornata del dì 30 agosto 1857, estratto dal 'Tempo', fasc. 1 marzo, Firenze 1858.
Il fondo, costituito da 3 pacchi, è in attesa di riordino. Comprende scritti medici, ricordi e studi. Le carte contengono anche lezioni di chimica del prof. Giuseppe Branchi di Pisa.
Angiolo Del Lungo nacque nel territorio pisano di Fauglia il 9 maggio 1807. Dopo aver frequentato il seminario di Fiesole, nel 1829 si laureò in medicina a Pisa e nel 1831 conseguì a Firenze la matricola per l'esercizio della professione. Stabilitosi a Montevarchi, paese d'origine della moglie Clotilde del Nobolo, operò per diversi anni come medico in questa cittadina, di cui fu sindaco dal 1871 al 1873. Svolse per decenni la professione di medico in altri paesi dell'aretino dedicandosi con passione anche all'attività letteraria, che produsse diverse pubblicazioni tra cui si ricordano: L’elogio del prof. Gaetano Palloni da Montevarchi, Ricordi delle mie lettere di cose Mediche, Istorie di malattie descritte e curate da Angiolo del Lungo. Morì il 31 gennaio 1884.
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Il fondo, in attesa di riordino, è costituito da 6 pacchi. Comprende carte sciolte di lezioni di chirurgia, da un registro di casi clinici curati dal Luigi Giuntini e da una Memoria sugli organi genitali femminili del prof. Luigi Giuntini, corredata da tre tavole disegnate da Clemente Susini e incise da Antonio Serantoni.
Luigi Giuntini nacque a Firenze il 4 agosto 1761. Dopo gli studi matematici si avvicinò alla medicina e alla chirurgia e fu allievo di Angelo Nannoni. Ebbe incarichi nell'Arcispedale di Santa Maria Nuova, fu professore onorario all'Università di Pisa e chirurgo della Reale famiglia. Morì a Firenze nel 1824.
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Il fondo, da riordinare, è costituito da 17 unità archivistiche. Comprende studi sul colera, la pellagra, lezioni di medicina, appunti e memorie relative all'attività di dermatologo di Michelacci e circa 40 lettere a lui inviate da vari corrispondenti. Fanno parte del fondo anche alcune carte di Pietro Cipriani (appunti di medicina e studi riguardanti l'Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze). Vi sono, infine, anche lettere della prima metà del XIX sec. di vari autori indirizzate al padre di Augusto, Giuseppe Michelacci, relative a lavori pubblici, in particolare di idraulica.
Augusto Michelacci, figlio dell'architetto Giuseppe, nacque a Firenze il 5 gennaio 1825. Nominato “medico astante” presso l’Arcispedale di S. Maria Nuova, nel 1858 divenne membro del Collegio Medico Fiorentino. Dal 1859, anno in cui venne istituita la cattedra, fu professore di Clinica delle malattie della pelle nell'Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento di Firenze, dove rimase ad insegnare fino al 1888. Per diversi anni ricoprì l'importante incarico di Commissario dell'Arcispedale e Spedali riuniti di Firenze e successivamente di Commissario Direttore. Gli furono affidate anche altre importanti mansioni pubbliche e fu socio e di numerose accademie scientifiche fiorentine. Di notevole interesse i suoi studi sulla pellagra. Morì a Firenze il 13 febbraio 1888.
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Il fondo, da riordinare, è costituito da due pacchi che contengono carte varie del prof. Celso Pellizzari prevalentemente di argomento medico: scritti sulla sifilide, sul rinoscleroma, sulle tigne, una cartella clinica della Clinica Dermopatica di Firenze del 1883, schizzi e sommari di lezioni, manoscritti di lavori pubblicati e da pubblicarsi, una relazione di Emilia Bertocchi. Celso Pellizzari nacque a Firenze nel 1851, nipote di Pietro (1823 - 1892) direttore della Clinica Dermosiflopatica a Firenze. Dopo la laurea in medicina nel 1876, completò il suo apprendistato presso le cliniche dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova e nelle cliniche dermatologiche di Vienna. Fu nominato professore di dermo-sifiolografia prima a Siena, poi a Pisa e dal 1892 presso l'Istituto di studi superiori e di perfezionamento di Firenze dove rimase a insegnare fino al 1925 anno della sua morte. Nel 1905 aveva fondato l'Istituto Fototerapico fiorentino annesso alla clinica Dermosifilopatica in via della Pergola.
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Bibliografia
L. Vannucci, Le carte di Pietro e Celso Pellizzari nella Biblioteca Biomedica di Firenze, in Beni culturali di ambito dermatologico: Giornate di museologia medica, Firenze 11-12 novembre 2016, a cura di B. Messeri, K. Manetti, Firenze, 2016, pp. 54-58
Il fondo, da riordinare, comprende carteggi dal 1838 al 1844. Sulle costole dei tre antichi faldoni che contengono le carte è scritto "Pubblica Istruzione - Affari spediti prima del 1844".
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Il fondo è stato riordinato e inventariato nel 2017 da Ambra Spaccasassi, laureanda della prof.ssa Annantonia Martorano in Scienze Archivistiche e Biblioteconomiche dell'Università di Firenze. Costituito da 21 unità archivistiche, comprende gli atti, le memorie, i regolamenti, gli statuti, i carteggi, i verbali delle adunanze, i documenti amministrativi, la documentazione relativa ai premi promossi dall'Accademia (Premio Galligo, Premio Zannetti, Premio Burci, Premio dello Sperimentale, Premio Grazzi), gli elenchi degli iscritti alla Società medico-fisica fiorentina poi Accademia medico-fisica fiorentina.
La Società Medico-Fisica Fiorentina iniziò le proprie attività nel 1822 e ottenne il riconoscimento ufficiale nel 1824. I soci, che si proponevano di studiare le scienze mediche secondo un'impostazione prettamente sperimentale, istituirono alcune sezioni [anatomia, fisiologia, chimica, chirurgia, ostetricia, patologia, medicina legale, terapeutica, pratica, farmacia], nell'ambito delle quali venivano affrontati i più importanti problemi medici del tempo; allestirono inoltre un Museo patologico e una biblioteca. Fra i membri più attivi e famosi del primo periodo di attività della Società sono da ricordare Pietro Betti, Maurizio Bufalini, Giuseppe Barellai, Giorgio Pellizzari e Filippo Pacini. Quest'ultimo, nel 1835, consegnò ai soci una relazione nella quale era illustrata la scoperta dei corpuscoli del tatto, denominati ancor' oggi "corpuscoli del Pacini". Particolarmente interessante fu anche la vivace discussione sulla natura del colera che consenti di approfondire gli studi sulle norme igieniche e sulla potabilità delle acque. La Società iniziò la propria attività presso il Gabinetto Vieusseux e successivamente si trasferì in alcuni locali di un palazzo in via delle Belle Donne annessi all'abitazione di Gaetano Buzzi, uno dei soci fondatori. Nel 1838, trasferì le proprie attività presso l'Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. Nel 1886 la Società cambiò la denominazione in Accademia Medico-Fisica Fiorentina che ha concluso la propria attività nella seconda metà del Novecento.
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Bibliografia
B. M. Affolter, Scheda SIUSA in: https://tinyurl.com/y7xve7bd
A. Corsini, Le origini dell'Accademia Medico-Fisica Fiorentina, “Lo Sperimentale”, 1924. pp. 211-234.
Accademie e istituzioni culturali a Firenze, a cura di F. Adorno, L. S. Olschki, Firenze, 1983, pp. 40-47.
A. Spaccasassi, Un contributo al progresso scientifico nella Firenze tra XIX e XX secolo. L'archivio dell'Accademia Medico-Fisica Fiorentina: (1821-1963). Guida-Inventario. Tesi di laurea presso l’Università degli studi di Firenze, 2018. Tesi on line con accesso riservato agli utenti istituzionali.
Il fondo, riordinato e inventariato nel 2012, è costituito da 4 faldoni. Contiene le carte del professor Pietro Vannoni, relative principalmente alla sua attività lavorativa svolta presso l’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. Comprende inoltre il carteggio del professore dal 1830 al 1870, appunti, studi di medicina, elenchi di strumenti chirurgici e il catalogo dei libri ed opuscoli da lui donati nel 1876 alla biblioteca dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova. Nel fondo si trova anche una parte dell'archivio del professor Giovanni Battista Mazzoni, suocero di Pietro Vannoni.
Pietro Vannoni nacque a Firenze il 12 febbraio 1802 da Gaspero e Maria Annunziata Farcilli. Dopo la laurea in medicina si avvicinò allo studio dell’ostetricia. Durante quegli anni, nacque l’amicizia con Giovan Battista Mazzoni, professore dell’Arcispedale in Santa Maria, di cui il Vannoni sposò nel 1840 la figlia Carlotta. Vannoni divenne professore di Ostetricia Pratica e di Clinica Ostetrica nella Scuola di perfezionamento dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova e Direttore della Clinica Ostetrica dal 1840 al 1871. Fu anche membro esaminatore del Collegio Medico di Firenze e socio delle più importanti accademie scientifiche e letterarie italiane e straniere. Pietro Vannoni non si dedicò solo all’esercizio della medicina, ma coltivò anche una profonda passione letteraria: studiò i classici greci e latini e fu un grande appassionato di Dante. Con testamento dell'aprile 1875 lasciò tutti i suoi libri e gli strumenti chirurgici all'Arcispedale di S. Maria Nuova.
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Bibliografia
B. Biagioli, E. Capannelli, Scheda SIUSA in: http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=9914&RicProgetto=personalita
A. Barbieri, L’Archivio del medico Pietro Vannoni anche direttore della clinica ostetrica dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova (1823-1892). Inventario. Tesi di laurea presso l’Università degli studi di Firenze, 2013. Per accertare la consultabilità rivolgersi alla Biblioteca Umanistica/Lettere.
Il fondo, in attesa di riordino, è costituito da documentazione manoscritta e a stampa (circa 300 c.) relativa a regolamenti di polizia sanitaria di varie località della costa ligure e di quella francese; vi sono anche quadri di confronto tra le tariffe francesi e toscane e una descrizione del lazzaretto di Marsiglia, dove non risulta il nome di Giuseppe Vivoli.
Giuseppe Vivoli nacque a Livorno il 19 marzo 1779 da Vincenzo e Marina Domenica Colombi. Si laureò in legge a Pisa nel 1802 e nello stesso anno divenne notaio. Dopo un periodo di apprendistato a Firenze tornò a Livorno, dove nel 1816 ottenne la carica di vicesegretario nell'ufficio del Magistrato di sanità di Livorno e successivamente quella Segretario, incarico che tenne fino al 1851. Nel 1816 fondò anche l'Accademia Labronica, con lo scopo di promuovere le lettere, le scienze e le arti a Livorno. Morì nel 1853.
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Bibliografia
B. Biagioli, E. Capannelli, Scheda SIUSA in: http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=10162
Il fondo è stato riordinato nel 2003 da Beatrice Biagioli e nello stesso anno ne è stato pubblicato l'inventario dalla Firenze University Press. Nelle carte del fondo Zannetti sono state individuate due distinte sezioni: una relativa all'attività svolta dal soggetto produttore come medico, chirurgo e docente universitario e l'altra come patriota e politico, testimonianza del duplice impegno sostenuto da Zannetti nel corso della sua vita. All'interno della prima sezione è stata raggruppata la documentazione relativa all'attività medico-chirurgica, il materiale didattico e gli studi preparatori per le pubblicazioni; la seconda sezione comprende, invece, la corrispondenza e gli scritti riguardanti l'attività politica, municipale e militare.
Ferdinando Zannetti nacque a Monte San Savino il 31 marzo 1801. Laureato in Medicina a Pisa nel 1828, fu aiuto di Pietro Betti, a cui rimase legato da rapporto d’amicizia per tutta la vita. Zannetti si dedicò con vera passione all’insegnamento: fu infatti Professore di Anatomia umana nel 1830 e nel 1836 Incaricato di Clinica Chirurgica, poi Professore di Anatomia Sublime e delle Regioni e successivamente di Anatomia Patologica e Anatomia Pittorica. Fervente patriota, nel 1848 partecipò alla prima guerra d'Indipendenza come Chirurgo in capo dell’Armata Toscana in Lombardia. Nel 1861 ottenne la carica di Senatore del Regno, ma non partecipò mai ad alcuna seduta. Il suo nome è legato alla vicenda del ferimento di Giuseppe Garibaldi in Aspromonte nel 1862: chiamato a consulto con altri medici, fu lui ad estrarre la pallottola dal malleolo dell’eroe dei due mondi ferito. Fu inoltre membro di numerose accademie e autore di trattati di medicina. Fra i suoi scritti principali si ricordano: La trapanazione del cranio nell'uomo, 1877 e Studi sopra i ferimenti del cuore, 1854. Morì a Firenze nel 1881.
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Bibliografia
B. Biagioli, Medicina, chirurgia e politica nell'Ottocento toscano. L'archivio di Ferdinando Zannetti, a cura di: Donatella Lippi; inventario di Beatrice Biagioli, Firenze University Press, Firenze, 2003.
Garibaldi fu ferito: il medico Ferdinando Zannetti (1801-1881): patria, civiltà, scienza, a cura di: F. Fiorelli, M. Gori, Polistampa, Firenze, 2011
Il medico Ferdinando Zannetti (1801-1881): patria, civiltà, scienza: giornata di studi Firenze, Museo di Casa Martelli, 24 novembre 2011, a cura di M. Bietti, Monica, F. Fiorelli Malesci, Sillabe, Livorno, 2012.
Ultimo aggiornamento
09.11.2022