I grandi dipinti che arredano la Biblioteca, lenzuoli in senso proprio, sono opera degli autori de l'atelier La Tinaia, un centro nato nel 1975 all'interno dell'Ospedale psichiatrico fiorentino di San Salvi che si propone come esempio di comunità terapeutica in cui l'arte è praticata liberamente e quotidianamente da un gruppo di malati.
La Tinaia ha visto crescere, al proprio interno, un numero rilevante di pazienti di grande statura artistica, le cui opere sono state accolte in musei e istituzioni internazionali, a partire dalla Collection de l'Art Brut di Losanna.
Coniato nel 1949 dal grande artista francese Jean Dubuffet, il termine art brut designa un insieme di produzioni artistiche assai diverse per tecnica, materiali e provenienza socio-culturale dei loro autori che presentano un carattere spontaneo e originale, indipendente dai modelli della tradizione artistica ed estraneo ai circuiti della critica ufficiale e del mercato dell'arte.
Caratterizzate da una cifra stilistica specifica e da una speciale intensità espressiva, le opere d'art brut (o outsider art) sono dovute a persone naturalmente dotate di talento e sensibilità estetica che si trovano in particolari situazioni d'isolamento psichico e/o sociale sopravvenuto a seguito di drammatiche rotture esistenziali: dalla semplice emarginazione alla malattia mentale.
Alla ricerca di un modo alternativo di fare arte, autentico e veramente nuovo, Dubuffert scopre infatti, accanto all'arte dei malati mentali, altre espressioni artistiche altrettanto spontanee e originali, dovute a carcerati, barboni, eremiti, medium.
Ed è nelle opere di queste persone che l'artista francese riconosce la vera arte: un'arte brut appunto, e cioè grezza, sorgiva, sincera, fondata unicamente sugli impulsi creativi individuali.
In occasione dell'allestimento dell'esposizione permanente la Biblioteca ha curato la pubblicazione del catalogo La Tinaia alla Biblioteca di Scienze Sociali dell'Università di Firenze (2.65 mb) edito da Polistampa nel 2004.
Ultimo aggiornamento
06.12.2021