Bonaparte fu animato da un precoce e forte spirito nazionalista che ben traspare dalle parole con cui definisce l'Italia nell'Introduzione alla sua Iconografia della fauna italica: "Per Italia gioverà qui dirlo intendo il Bel Paese con tutte le isole adiacenti, gli animali non men noti degli uomini che loro appartengono dovranno chiamarsi Italiani, non potendo le mobilissime condizioni politiche le geografiche trasmutare giammai". Il francese confermò questo spirito "unitario" in ogni occasione in cui gli fu possibile: a Venezia nel 1847 riuscì a farsi espellere dalle autorità austriache prima ancora che la Nona Riunione degli scienziati italiani fosse definitivamente interrotta.
L'Iconografia della fauna italica fu pubblicata a partire dal 1832 in 160 fascicoli corredati di 181 tavole e oltre 1000 pagine di testo. In calce alla scheda descrittiva di ogni specie sono indicati il nome del disegnatore, il numero progressivo del fascicolo in cui la tavola venne pubblicata, l'anno in cui fu stampata e distribuita.
Nella sua Iconografia - strutturata secondo un ordine sistematico per mammiferi, uccelli, anfibi e pesci - Bonaparte diede spazio in particolare alle specie nuove e mai descritte, a quelle già note e mai illustrate e a quelle presenti solo sul territorio italiano. In questo senso il programma scientifico dello studioso si allineava a quello da lui promosso anche a livello politico.
La validità scientifica del suo lavoro di classificazione della fauna italiana è ampiamente dimostrato dal confronto con la prima collana dedicata alla Fauna italiana (1870-1872), edita da Vallardi. Nelle quattro monografie sui vertebrati di Cornalia (I mammiferi, 1870 - Estratto), Salvadori (Gli uccelli, 1872 - Estratto), Canestrini (I pesci, 1871-72 - Estratto) e De Betta (I rettili ed anfibi, 1874 - Estratto) che fanno parte di questa serie editoriale sono poche le aggiunte fatte alle schede precedentemente pubblicate da Bonaparte. Basti notare che tra le 809 specie da lui descritte, 547 sono infatti tuttora indicate con il nome utilizzato nell'Iconografia.
Bonaparte rivestì un ruolo determinante nella nascita dei congressi scientifici "nazionali" italiani. Egli individuò nel granduca di Toscana Leopoldo II, mecenate e sincero cultore delle scienze, il possibile sostenitore di tale tipo di evento che di fatto evidenziava l'italianità degli scienziati provenienti dai diversi stati della penisola. Anche il granduca era infatti certo che questi eventi avrebbero promosso lo sviluppo delle scienze, un effetto che rendeva per lui tollerabile il rischio di eventuali abusi da parte di questo ulteriore flusso di "stranieri" in Toscana
Barbagli F., «Firenze e le riunioni preunitarie degli scienziati italiani», in Firenze scienza: le collezioni, i luoghi e i personaggi dell'Ottocento, a cura di Mara Miniati, Firenze, Polistampa, 2009 pp. 58-65.
Fotografie di Saulo Bambi (Museo di Storia naturale - sezione Zoologia)
Ultimo aggiornamento
24.10.2022