L'autore narra la sua attività politica: fu deputato dal 1865 al 1876 e poi senatore, sedeva fra i banchi della Destra anche se "i miei elettori mi avrebbero voluto vedere seduto un po' più a sinistra...Nella Sinistra... vi vedevo giovani ardenti, patriotti provati, ma tutti quanti più cospiratori che pensatori, più rivoluzionari che uomini politici".
Si distaccò col passare degli anni per la dissoluzione a cui si avviava il partito e infatti nel febbraio 1875 si spostò leggermente a sinistra, comunque non era mai stato sottomesso al partito: lo dimostrano inequivocabilmente due affermazioni, una sulla tassa sul macinato che definì "un'ingiustizia, un sopruso e una crudeltà" e l'altra sulla legge delle guarentigie che chiamò "atto di ipocrisia". Il 27 dicembre 1876 giurò come senatore del Regno d'Italia.
Ultimo aggiornamento
19.10.2022