Il passaggio da queste opere a carattere locale a quelle di respiro nazionale è attestato dai lavori prodotti dagli studiosi attivi negli anni a cavallo tra Risorgimento ed Unità. Si pensi a questo proposito all'
Ornitologia toscana (1827-1831) di Paolo Savi, opera che verrà successivamente sviluppata nell'
Ornitologia italiana (1873-1876).
Alla fine del secolo, in seguito al I Congresso Ornitologico Internazionale (Vienna, 1884), Enrico Hillyer Giglioli si apprestò a coordinare un lavoro di grande impegno per migliorare la conoscenza della distribuzione e della biologia dell'avifauna italiana: la prima Inchiesta Ornitologica in Italia. Pertanto, nel 1886, egli pubblicò l'
Avifauna Italica, con il preciso scopo di fornire un elenco con nomenclatura ornitologica aggiornata che servisse come base per l'Inchiesta. Questa coinvolse moltissimi corrispondenti da tutta Italia e i risultati furono organizzati e rielaborati in tre volumi pubblicati fra il 1889 e il 1891. Tali dati costituiscono una ricchissima fonte di informazione sulla distribuzione degli uccelli in Italia e una tappa fondamentale per la storia dell'ornitologia italiana. Tra i collaboratori dell'Inchiesta, il torinese Giacinto Martorelli, noto ornitologo, poi direttore della collezione Turati in Milano, pubblicò nel 1906 un importante volume su
Gli uccelli d'Italia (1906).
La fine del XIX secolo, e ancora di più il XX secolo, videro la nascita di numerose iniziative faunistiche di singoli specialisti che considerarono come oggetto del proprio studio l'intero territorio nazionale. Camillo Rondani con il suo
Prodromus Dipterologiae Italicae in 8 volumi, pubblicati tra 1856 e 1877, definisce ad esempio il suo lavoro come "un programma, o, per meglio dire, una proposta che vuol essere esaminata e discussa, e quindi riformata dietro le considerazioni dei dotti in tale materia"
Concludiamo questo excursus con l'Ornitologia italiana di Ettore Arrigone degli Oddi (1929), opera che nella sua introduzione mostra dichiaratamente di aver assimilato il concetto di unità territoriale sia da un punto di vista scientifico che politico: "Scomparse da qualche tempo dal mercato librario le opere dei nostri insigni maestri Enrico H. Giglioli, Giacinto Martorelli, Tommaso Salvadori e Paolo Savi, il mio Atlante (1902) ed il Manuale di Ornitologia italiana (1904) - non esisteva in Italia alcun libro in materia e questa mancanza era vivamente sentita. In tali circostanze, volle il benemerito editore Ulrico Hoepli darmi l'incarico di scrivergli un'Ornitologia italiana.
Nell'accettare l'onorifica offerta, fu mia intenzione che il trattato non fosse una semplice seconda edizione del vecchio mio libro ma volli rifarlo in gran parte per renderlo più semplice nelle descrizioni delle singole forme, più utile ai nostri cacciatori con l'aggiunta dei nomi volgari, più alla portata di tutti - occorsero quindi tempo e ricerche.
Nell'Italia ho compreso, oltre la parte politicamente nostra, Malta e la Corsica - ho invece escluso il litorale dalmato, poiché la fisionomia della sua avifauna è prettamente balcanica".